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Dal 12 novembre 2022 al 22 gennaio 2023 Palazzo Ferrero e Palazzo Gromo Losa ospiteranno la mostra fotografica Volto. Anima del corpo a cura di Irene Finiguerra e Fabrizio Lava.
La mostra, nata da un progetto di Associazione StileLibero in collaborazione con BI-BOx Art Space e Palazzo Ferrero Miscele Culturali, attraverso una selezione di scatti di grandi fotografi di fama nazionale e internazionale, si interroga sul valore che il ritratto ha in un’epoca come la nostra di imperante narcisismo dove il selfie è la narrazione del sé continua, ossessiva e quotidiana e dove non c’è più scarto tra privato e pubblico.
Con l’avvento della fotografia il ritratto è stato scardinato del suo alto valore simbolico: il soggetto non è più solo il principe o il sovrano agghindato in un certo modo e circondato da oggetti che raccontano il suo potere. La fotografia già dal suo esordio avvia un processo di democratizzazione che consente a quasi tutti di inviare il ritratto del sé (per esempio il migrato in America all’amata), di comporre l’intera famiglia patriarcale davanti a un fondale dipinto, di ritrarre gruppi in convegni o allegre riunioni.
Lo status symbol del ritratto dipinto si trasforma in un oggetto molto più agile e portatile: la fotografia si incornicia e si mette in mostra sul mobile importante del salotto, si nasconde fra le pagine di un libro, si mescola con i documenti del portafoglio.
La mostra si sviluppa in tre sezioni tematiche: il ritratto, l’autoritratto e il selfie.
La sezione dedicata al ritratto riunisce una selezione tra i nomi più significativi del mondo della fotografia che hanno immortalato icone del costume e della società dagli anni ‘80 fino a oggi, come le celebrità delle immagini di Wowe, pseudonimo di Wolfgang Wesener, di cui in mostra i ritratti di artisti come Andy Warhol, Basquiat, Kippenberg e Keith Harring, i ritratti “rubati” di Ron Galella, la versione americana dei paparazzi della “Dolce vita” romana che ha immortalato David Bowie, Mick Jagger, Bruce Springsteen, Madonna e Jackie Kennedy; gli scatti recentemente riscoperti da Maria Vittoria Baravelli di Marisa Rastellini, fotografa romana che negli anni ‘60 lavorava per Grazia ed Epoca e che ha fotografato con sguardo profondo i grandi intellettuali d’Italia come Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Natalia Ginzburg e il mondo di Cinecittà con Virna Lisi, Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Federico Fellini.
In mostra anche i ritratti di moda di Piero Gemelli, per antonomasia il fotografo delle donne, che fotografa come “architetture corporee”. La sua fotografia ha raccontato l’ideale di bellezza e di moda degli anni Novanta trasformando in icone donne dotate di bellezza talora al di fuori dei canoni tradizionali come Carla Bruni e Monica Bellucci.
Ancora gli scatti del fotografo napoletano Luciano Romano realizzati per la mostra fotografica recentemente allestita presso il Pio Monte della Misericordia, nel cuore di Napoli, in dialogo con l’opera di Caravaggio Le Sette Opere di Misericordia e i dipinti di Luca Giordano, Francesco Guarino, Jusepe de Ribera e Guido Reni. Anche se estrapolati dal loro luogo di origine e di simbiosi con lo spazio per i quali sono state pensate, le fotografie di Romano con un linguaggio dichiaratamente teatrale trasmettono sui volti dei protagonisti smarrimento, paura, sensualità, dolore e compassione.
In mostra anche le fotografie di Silvia Lelli e Roberto Masotti, fotografi di musica che hanno dedicato il loro lavoro a ritrarre questo mondo con grande passione. Da Keith Jarrett e John Cage fino a Franco Battiato, i grandi direttori d’orchestra il mondo del teatro e i musicisti Jazz.
Passando dagli anni ‘80 e ‘90 all’idea odierna di ritratto non poteva mancare Pietro Baroni, che con i suoi scatti realizzati in studio, dove il soggetto in posa intesse un rapporto fiduciario con chi sta fotografando, il ritratto torna a una funzione simile al ritratto pittorico. In mostra gli scatti dedicati ai creativi di oggi: Francesco Costa, Carlotta Vagnoli, Ema Stokholma, Omar Hassan, Valerio Lundin.
E ancora in mostra Gigi Piana che con l’opera Ricerca d’identità (6161_seiunoseiuna) affronta una delle più antiche riflessioni dell'uomo nella definizione del suo Io, la componente maschile e femminile che nell'insieme costituisce l'essenza, la radice profonda e maggiormente in lotta del nostro essere; Matteo Montaldo che con i suoi ritratti affronta invece un altro tema delicato e di attualità, l’immigrazione. In mostra ritratti di migranti, in piedi su sfondo neutro, decontestualizzati. Uomini e donne che viaggiano da soli o famiglie con bambini e bambine. Ritratti che raccontano storie, sguardi, gesti. Mario Daniele nel suo lavoro racconta un rovesciamento di prospettiva che ci porta alle spalle del soggetto ritratto per indagare quella parte di corpo spesso nascosta dai capelli o dal colletto delle camicie e Paolo Passarelli che utilizza invece vecchie fotografie acquistate nei mercatini. Digitalizza le foto da cui ricava un primo piano del viso che stampa su carta da disegno e da qui inizia il suo intervento con una matita oro, netto e incisivo sullo sfondo, con un tratteggio più lieve sul volto, come a creare un velo. L’oro esprime il valore, il desiderio di magnificare la singola storia di cui quel viso è portatore e diffonde una luce soffusa che crea un filo comune fra tante singole storie.
Infine uno spazio speciale è dedicato alla fotografia storica biellese grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e la Fondazione Sella, che da decenni acquisiscono, conservano e valorizzano gli archivi di questi preziosi testimoni del territorio.
Per quanto riguarda la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella saranno in mostra gli scatti di Giancarlo Terreo (1938-2006), con una selezione dei suoi ritratti "di strada" realizzati durante i viaggi in Europa, con una particolare attenzione per i popoli balcanici, e le gite fuori porta nel Biellese (in Valle Elvo soprattutto) e di scatti dedicati a personaggi famosi incontrati in occasione di eventi e manifestazioni in giro per l'Italia, e di Italo Martinero (1912-1993), con una selezione di stampe fotografiche elaborate con le più svariate tecniche di postproduzione analogica, alcune con dettagli dipinti a mano, con esiti modernissimi per l'epoca.
Sono invece tre i fondi fotografici della Fondazione Sella rappresentanti in mostra. In primis il fondo Studio Rossetti, che conserva la maggior parte del cospicuo patrimonio fotografico del celebre studio biellese costituito da ritratti, eseguiti negli studi di Mosso Santa Maria, Valle Mosso e Biella. Oltre alle lastre sono conservati in Fondazione Sella anche parte del materiale di laboratorio (macchine fotografiche, ingranditori e arredi di studio) e i registri dei clienti, con i nomi dei committenti e le date di esecuzione, testimonianza unica e preziosa di un secolo di storia locale.
Il materiale fotografico del fondo Federico Maggia è molto ricco ed eterogeneo. I fototipi sono riconducibili a due momenti ben distinti della sua attività fotografica: le lastre realizzate nei suoi anni giovanili (1912-1932) e le pellicole, le stampe e i provini del periodo tra il 1961 e il 1985. I soggetti del primo periodo sono per lo più familiari: ritratti di famigliari, viaggi e vacanze in montagna.
Sergio Ferrarotti si specializzò infine nel bianco e nero applicato al paesaggio e al ritratto, rielaborato e ricomposto in termini sperimentali, anche con fotomontaggi e collages. I titoli stessi delle serie da lui prodotte spiegano il carattere della sua fotografia: Fotogrammi, Teatrini, Collage, Futuriste.
Passando all’autoritratto in mostra le immagini dell’artista cinese Ziqian Liu che nella sua ricerca estetica si dedica esclusivamente all’autoritratto. L’artista è una modella raffinata e eterea che non rivela mai tutta sé stessa, il volto, il corpo, ma ne evidenzia parti per esteriorizzare le sue emozioni e utilizza gli autoritratti per indagare la coesistenza tra esseri umani e natura. L’equilibrio raggiunto nelle sue immagini allude ad un’uguaglianza e ad una simbiosi tra queste ultime e si batte per una condizione di armonia e bellezza per rinforzare quest’idea.
L’ultima sezione della mostra è dedicata al ritratto contemporaneo, il selfie, il visitatore troverà lungo il percorso espositivo due box per la realizzazione di selfie che potranno essere pubblicati sui social oppure stampati e diventare man mano un pezzo della mostra.
La mostra prosegue anche fuori dai palazzi storici di Biella Piazzo con due Percorsi Off. I visitatori potranno scoprire gli autoritratti di Michelangelo Pistoletto presso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. Qui lo specchio è la terza dimensione che offre profondità all’individuo e lo proietta in un tempo statico ma anche dinamico. Lo spettatore che si pone di fronte all’autoritratto diventa un nuovo inconsapevole protagonista della scena che si mette in atto e diviene protagonista attivo dell’opera.
Dal 17 dicembre 2022 al 22 gennaio 2023 presso lo Spazio Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in Via Garibaldi sarà invece visitabile la mostra Vedersi a colori, che presenterà gli elaborati realizzati dai ragazzi della sezione biellese di AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici) durante gli incontri di Arteterapia, grazie ai quali, a partire da stampe fotografiche che li ritraevano, i ragazzi hanno trovato un luogo sicuro nel quale esprimersi e condividere le proprie emozioni. Nel mese di gennaio sono inoltre previsti talk con fotografi professionisti, studiosi e personalità del mondo della fotografia contemporanea.
La mostra è realizzata con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
Orari
Sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00
Aperture straordinarie: 8 e 26 dicembre e 1°, 6 gennaio dalle 10.00 alle 19.00 / 27, 28, 29, 30 dicembre e 3, 4, 5 gennaio dalle 15.00 alle 19.00
(chiuso 24, 25 e 31 dicembre)
Biglietteria a Palazzo Ferrero
Biglietti
Intero 8,00 €
Ridotto 5,00 €
Tutti i giorni di apertura della mostra in orario 15.30-18.30 sarà possibile visitare gratuitamente il giardino e l'installazione multimediale Plaç. Le storie del Piazzo, dedicata al borgo storico di Biella.
www.palazzoferrero.it | www.associazionestilelibero.org
info@palazzoferrero.it | +39 388 5647455
La visita alla mostra è l’occasione ideale per un weekend alla scoperta del nostro territorio. Storia e archeologia industriale, tanta natura a pochi passi dalla città con aree verdi d’eccezione come il Parco Burcina e l’Oasi Zegna, il Santuario di Oropa e gli altri luoghi dello spirito, il Ricetto di Candelo, gioiello del Medioevo splendidamente conservato, il Lago di Viverone e tanto altro ancora. Senza dimenticare i sapori della cucina piemontese, i nostri vini pregiati e il “saper fare” tessile che nel 2019 è valso a Biella l’entrata nel network delle Città Creative Unesco.
Scopri di più Biella si trova all’incirca a metà strada tra Torino e Milano.
Se arrivi in auto: Una volta raggiunto il centro ti consigliamo di salire al borgo del Piazzo con la suggestiva Funicolare (si prende in Piazza Curiel ed è gratuita). Una volta salito al Piazzo vai a sinistra, attraversa Piazza Cisterna e prosegui per circa 5 minuti a piedi fino a Palazzo Gromo Losa, che troverai alla tua destra. In alternativa puoi lasciare l’auto al “Parcheggio del Piazzo” (gratuito) salendo da Via Ivrea/Via Mentegazzi e raggiungere il borgo del Piazzo attraverso il comodo ascensore all’interno del parcheggio. Palazzo Gromo Losa sarà alla tua destra una volta giunto sul Corso del Piazzo.
Se arrivi in treno: Dalla stazione di Biella San Paolo prendi l’autobus (linee 360 e 900) e scendi in Piazza Curiel, poi sali al borgo del Piazzo con la Funicolare (gratuita). Una volta salito al Piazzo vai a sinistra, attraversa Piazza Cisterna e prosegui per circa 5 minuti a piedi fino a Palazzo Gromo Losa, che troverai alla tua destra.